venerdì 4 dicembre 2009

No Berlusconi Day



No Berlusconi Day Edinburgh

We will meet in front of the Italian Consulate, 32 Melville St, EH3 7HA, at 1,00 pm on Saturday the 5th of December to voice peacefully and colourfully our demand for the resignation of the Italian Prime Minister.

io ci vado. soprattutto all'estero dove liberi dal suo potere mediatico e dai vizi italiani abbiamo una visione piu' chiara di cosa questo IMPUNITO sta facendo all'Italia.

e come sempre non sara' un esercizio inutile

giovedì 22 ottobre 2009

perché scelgo Dario

Ho deciso di votare Franceschini dopo aver letto le tre mozioni e dopo aver ascoltato i tre interventi alla Convenzione Nazionale dell’11 ottobre scorso.

Franceschini si e’ nettamente distinto da Bersani e Marino. Paradossalmente il discorso di Bersani ne ha evidenziato tutti i limiti per aspirare al ruolo di leader. Ha letto continuamente usando un tono e uno stile noiosissimi tipici della prima Repubblica. Ancorato a un politichese che non si capisce, antiquato rispetto alla dialettica richiesta a un leader di un grande partito del XXI secolo. Franceschini e’ stato l’unico dei tre a parlare a braccio infiammando la platea con l’attacco diretto a Berlusconi e soprattutto a d’Alema, che era in platea, accusato tra le altre cose di essersi speso in questi 2 anni esclusivamente per far cadere Veltroni e per indebolire tutto il partito.
I maggiori applausi sono andati a Franceschini sebbene il 60% dei delegati in sala fossero stati eletti con la mozione Bersani. In quel momento si e’ capito che Dario potrebbe veramente farcela a vincere le primarie tanto piu’ che la differenza tra gli iscritti di chi ha votato Bersani e Franceschini e’ di sole 85.000 unità. Se alle primarie votassero 2 milioni di persone la gerarchia sarebbe facilmente capovolta. Il dato positivo e’ che queste primarie sono primarie vere e 'sta volta non si chiamano “primarie” perché si sa già “prima” chi vince.
Bersani e’ un persona seria e preparata che potrà ricoprire un ruolo importante nelle politiche economiche del partito ma non ha la statura del leader cosi' come non ce l'ha Marino. Il carisma, almeno quello, ce l’avrebbe d’Alema che non ha avuto pero' il coraggio di candidarsi e di provarsi col voto dei cittadini. Non volendo rinunciare al suo potere si e’ inventato la copertura Bersani.

Quindi non voto Bersani perché e’ d’Alema che lo controlla e perché fra i suoi grandi sostenitori, che gli porteranno molti voti d’apparato ma a cui dovrà rispondere, si trovano gli artefici di veri e propri disastri: Bassolino per la Campania e il governatore della Calabria Loriero. Franceschini vuole rinnovare la classe dirigente e i sui sponsor maggiori sono Fassino e Debora Serracchiani.
Non voto Bersani perché ha più volte detto che tornerà a far eleggere il segretario ai soli iscritti. Infatti tra gli apparati delle tessere i dalemiani sono fortissimi. Franceschini se eletto non toglierà mai il diritto ai cittadini di votare alle primarie; vero fiore all’occhiello del PD, in questo unico in Europa.
Non voto Bersani perché vuole spostare il PD a sinistra. Vuole tornare in sostanza ai DS e fare alleanze con il nuovo centro di Casini e Montezemolo costringendo all’uscita molti dei moderati del PD. Se così fosse mi chiedo che l’abbiamo fatto a fare il Partito? potevamo rimanere al 16% dei Democratici di Sinistra e al 10% della Margherita. Questo schema prevede la riforma elettorale proporzionale di tipo tedesco in cui il nuovo centro farà da ago della bilancia e noi rischiamo di stare all’opposizione per altri 35 anni. E’ chiaro che in date condizioni Casini se deve scegliere andrà sempre a destra, come ha sempre fatto. Franceschini a un’idea di coalizione che prevede un bipolarismo in cui il leader del maggiore partito dello schieramento diventa Presidente del Consiglio. Con l’idea di Bersani si ripiomba ai tempi della DC in cui i primi ministri non venivano indicati dagli elettori ma dai partiti dopo il voto. Con Bersani segretario del PD il papabile premier sarebbe Enrico Letta se non addirittura Casini. Con Bersani si torna a coalizioni litigiose e trasformiste. Franceschini crede in un PD a vocazione maggioritaria che non vuol dire ovviamente autosufficiente. Ma ha l’ambizione di pensare il PD intorno al 30-35% che possa allearsi con l’IDV, Sinistra e Libertà, socialisti, radicali e con una parte di centro che a quel punto sarebbe depotenziato di quel potere contrattuale che, se vincesse Bersani, sarebbe la pietra tombale per le aspirazioni di governo del Partito Democratico.


venerdì 16 ottobre 2009

vademecum Primarie PD voto all'estero

per i residenti all'estero temporanei e non, anche non inscritti all'AIRE, e' possibile votare su internet per le primarie del PD il prossimo 25 ottobre.

non e' necessaria alcuna appartenenza, militanza o iscrizione al partito. basta avere 16 anni, un indirizzo email e un cellulare. non si pagano neanche i 2 euro richiesti in italia. e' semplicissimo!

ricordo che e' necessario registrarsi sul sito entro e non oltre il 23 ottobre per ricevere un PIN il giorno del voto.

http://votoestero.partitodemocratico.it/P0_WELCOME.aspx

venerdì 5 giugno 2009

andate a votare

l’affluenza alle urne alle elezioni europee e’ storicamente bassa in italia. tuttavia domani e domenica il voto popolare sarà significativo anche e soprattutto per la politica interna. un altro referendum pro-contro berlusconi. indice reale (non sondaggi) di gradimento non tanto dell’operato del governo, ma della sua figura più importante, discussa ed estremista. il padre-padrone, quasi un monarca.
qui nel regno unito, le elezioni europee si sono tenute ieri e già pare che il governo in carica sia stato pesantemente sconfitto. travolto anche dalla scandalo sui rimborsi spese gonfiati dai parlamentari. polemica che a noi italiani fa sorridere. ragazzi britannici mi chiedono come sia possibile che berlusconi possa solo presentarsi alle elezioni con: controllo dell’informazione nazionale, lodo alfano, corruzione provata di mills, frequentazione di minorenni. rispondo che in italia non solo e’ presentabile, ma la sua coalizione rischia di doppiare quella degli avversari. sta volta non mi basta citare il potere mediatico o il tradizionale voto anti-sinistra italiano, sono costretto a rispondere che alla maggioranza degli italiani (miei concittadini) piace l’uomo autoritario, solo al comando, che azzera i sistemi democratici parlamentari e di partito e che viene adorato anche perché furbo, amorale e sciupa femmine; che potrebbero essere nemmeno sue figlie ma nipotine. ecco a questa parte degli italiani meglio non parlare, non capirebbero.

mi rivolgo alle tante persone che hanno colto con entusiasmo e con speranza l’esperienza del PD. il tentativo di ringiovanire la politica e di renderla piu’ democratica, giusta e laica. e che sono rimaste deluse proprio perché avevano grandi aspettative. il seme democratico e’ ancora lì ma non e’ facile coltivarlo e coglierne i frutti. per svecchiare l’apparato di partito serve consenso e un positivo risultato elettorale. altrimenti ci si divide di nuovo e si consegna un potere ancora più grande (se possibile) a berlusconi. serve l’aiuto, la pazienza e il contributo di tutti. del resto anche i più critici, i “duri e puri” non possono non riconoscere come il tentativo del partito anche se in ritardo rimane di gran lunga l’esempio migliore della buona politica in italia. non e’ questo il tempo del voto di protesta o dell’astensione da delusione; perché si darebbe carta bianca a Berlusconi, che per me, non solo e’ un pessimo statista ma e’ pure pericoloso. e come dice chi lo conosce bene ma non ne e’ un dipendente (poche persone in italia possono vantare queste due qualità insieme) non sta bene.
sta volta non basta non votarlo, e’ necessario votargli contro.

la storia insegna che se il progresso democratico, civile e civico e’ inevitabile, e’ tuttavia possibile velocizzarlo o ritardarlo. bene, domani assecondiamolo con un voto.

p.s. per dirla tutta i ragazzi britannici pochi giorni fa mi chiesero anche (ridendo): “ma per non farsi votare che deve fare berlusconi? deve organizzare festini hard?”
temo che la maggioranza degli italiani, assuefatta e credente all’occorrenza, farà ancora una volta spallucce.

lunedì 6 aprile 2009

Emergenza terremoto, campagna di solidarietà del PD all’estero

“Nelle ore immediatamente successive alla tragedia che ha colpito L’Aquila e l’Abruzzo, abbiamo ricevuto decine di telefonate di singoli e associazioni che, oltre a chiedere informazioni, hanno voluto indicazioni su come attivare anche tra le nostre comunità all’estero una campagna di solidarietà e la raccolta fondi in sostegno delle popolazioni colpite dalla tragedia. Sono segnali di umanità e di vicinanza che testimoniano ancora una volta la ricchezza umana dei nostri connazionali all’estero e il loro legame con l’Italia”: è quanto ha dichiarato Luciano Neri, del Coordinamento Nazionale Circoscrizione Estero PD, subito dopo le notizie della tragedia che ha colpito l’Abruzzo.
I circoli del PD all’estero si stanno attivando attraverso campagne informative e di raccolta fondi in Europa come in America Latina, in Australia come negli Stati Uniti e in Canada. La Circoscrizione Estero ha attivato una specifica area informativa (http://www.pdmondo.info/), una casella di posta elettronica (solidarieta@pdmondo.info) e un numero di telefono (+39 06.69532418) che fornirà un aggiornamento continuo sulla situazione e tutte le informazioni necessarie per chiunque volesse attivare campagne di solidarietà all’estero e l’indicazione sui diversi conti correnti che verranno attivati nello specifico.

giovedì 2 aprile 2009

Glasgow ai tempi della Crisi

Come in tutto il mondo, gli effetti del credit crunch si fanno sentire anche a Glasgow, la citta’ piu’ grande della Scozia e la terza per grandezza in tutta la Gran Bretagna. Durante l’eta’ d’oro dell’impero britannico, Glasgow era infatti la “Seconda Citta’ dell’Impero” ed era conosciuta come “the workshop of the world” perche’ qui si trovavano i cantieri navali piu’ grandi al mondo, in cui si costruivano i liner piu’ immensi e piu’ lussuosi (il Titanic e’ stato uno dei pochi che non abbiamo fatto noi). Per questo, si puo’ dire che Glasgow e’ stata la prima vera citta’ industriale al mondo. Ma la storia di Glasgow teneva in serbo un altro onore, quello di essere poi diventato, in concomitanza con il crollo progressivo dell’impero, la prima citta’ post-industriale al mondo. Nel dopoguerra, Glasgow ha sofferto una depressione che ha durato ben 30-40 anni, e in quel periodo i livelli di poverta’ erano tali che la citta’ “godeva” di una pessima reputazione che la vedeva definita spesso come uno dei posti piu’ deprimenti in tutta l’Europa occidentale. Addirittura, la popolazione della citta’ e’ stata dimezzata per via di una ridefinizione delle sue frontiere – in effetti, nella citta’ sono rimaste poche zone benestanti, come il West End, e tante zone povere in cui un lavoro era piu’ di quanto si poteva sperare. E’ stato solo negli anni ottanta che la citta’ ha cominciato a riprendersi, gli edifici sono stati ripuliti, cambiando il volto della citta’, e l’economia della citta’ ha cominciato ad orientarsi verso il settore dei servizi, in particolare i call centre. Certo, un lavoro in un call centre non pagava abbastanza da sostenere una famiglia intera (come invece il salario di un operaio nei cantieri avrebbe fatto), ma i call centre almeno sono stati meglio di niente.
Questo preambolo serve per contestualizzare la situazione in cui Glasgow si trova adesso, nell’attuale recessione. Visto che il mondo ormai e’ molto piu’ globalizzato rispetto a prima (prova a dirlo, pero’, a quelli che lavoravano nei cantieri e che costruivano navi per clienti in ogni angolo della terra!), naturalmente Glasgow soffre come soffrono tutte le citta’. La prima vittima del credit crunch e’ stata il mercato immobiliare: prima della crisi, qui al West End, gli appartamenti si vendevano a prezzi astronomici, ed era perfettamente normale che il prezzo di vendita arrivasse ad un 30-40% in piu’ rispetto al prezzo base. La domanda era fortissimo. Era impossibile per i “first-time buyers” comprare casa qui, e quelli che erano gia’ padroni ri-investivano subito i proventi della vendita nella nuova casa, anche quella comprata per forza ad un prezzo altissimo. Una situazione assurda, insomma, ma pochi se ne lamentavano perche’ ci sentivamo ricchi tutti (o quasi). E’ ormai da piu’ di un anno che il mercato immobiliare qui a Glasgow e’ fermo come mai prima. In pratica, e’ pressappoco impossibile vendere la propria casa, a qualsiasi prezzo. L’unica cosa sicura e’ che passeranno tanti anni finche’ non torneremo alla situazione di un anno e mezzo fa, quando sembrava che i prezzi avrebbero continuato a salire senza soluzione di continuita’.
Poco dopo l’inizio della crisi immobiliare, ha avuto inizio la crisi sulla “high street”. Una miriade di grandi nomi del retailing britannico hanno cominciato – apparentemente d’improvviso – a fallire. La Woolworths, una delle catene piu’ storiche e amate del paese, si e’ trovata nei guai, e nonostante la forza del brand, nessun investitore ha voluto salvarla. Nel giro di poche settimane, tra dicembre e gennaio, piu' di 800 filiali Woolworths hanno chiuso le porte per l’ultima volta, comprese quelle filiali che guadagnavano bene, come quella qui a Byres Road (nel cuore del West End). Decine di migliaia d'impiegati si sono trovati disoccupati, con poca speranza di trovare un nuovo lavoro, almeno nel breve termine. Qualche giorno fa, ho sentito, invece, che il brand e’ stato comprato e che Woolworths sopravivera’ – ma solo online, con qualche decina d'impiegati (una storia molto contemporanea, questa). In ogni caso, a Byres Road non si vedra’ mai piu’ l’insegna della Woolworths e chissa’ quanto tempo passera’ finche’ non trovino un’altra societa’ per occupare l’ampio sito ex-Woolworths. Ed e’ mica solo al West End che ci si sente la crisi. Fino all’anno scorso, Buchanan Street, in pieno centro, e’ stata la settima strada al mondo in termini dell’affitto richiesto per un negozio. Indubbiamente, scendera’ adesso nella classifica, ma chi sa davvero fino a che punto scendera’? Stiamo a vedere.
Nel frattempo, le banche britanniche hanno subito una crisi che a loro sembrava impensabile. Northern Rock per primo, poi Bradford & Bingley, HBOS e RBS (quest’ultimo il quinto gruppo bancario al mondo in termini di capitale sociale) sono state salvate dai contribuenti. Miliardi di sterline sono state stanziati per assicurare che non andassero in rovina, nonostante l’opinione contraria di tanti contribuenti secondo cui sono state le banche stesse a far arrivare il mondo sull’orlo del fallimento. Proprio in questi giorni i CEO – in gran parte scozzesi, provenienti proprio da queste parti – delle banche salvate sono stati costretti a spiegare le azioni e decisioni prese negli ultimi anni davanti alla “giuria” della Treasury Committee. Da una parte, sono disposti a sparare scuse a raffica, ma nello stesso momento non sono disposti a rinunciare ai propri premi (parliamo di milioni di sterline a testa). Questo perche’ in fin dei conti non credono di essere stati la causa principale della crisi. Non si sente nominare spesso la Enron in questi giorni, ma pare che il comportamento di quelli ai vertici della Enron e’ stato proprio il modello di quelli ai vertici delle banche salvate. Sembra che la fine che ha fatto Enron e i suoi capi non bastava per dissuadere i banchieri da un approccio fin troppo simile. Sempre a Byres Road, le 5 filiali di banche diverse che si sono trovate li finora si troveranno ridotte ad una filiale di un’unica banca, la spagnola Santander.
Sul telegiornale in questi mesi non si sente altro che brutte notizie in merito all’economia. Si dice che siamo entrati in una crisi paragonabile solo al “Wall Street Crash" degli anni 30. Sara’ anche vero, ma la situazione di oggi e’ ben diversa da quella di allora. Il Crash del 1929 ha avuto delle conseguenze terribili per l’Europa pochi anni dopo (mentre l’America e’ entrata in un periodo di crescita economica che l’ha resa l’unico superpower sulla pianeta). Come dicevo prima, il mondo ormai e’ piu’ globalizzato di prima, ma nell’epoca del cosidetto terrorismo islamico, dobbiamo solo sperare che le conseguenze della crisi attuale non saranno paragonabili a quelle del 1939-45 (II world war). Gia’ in queste ultime settimane abbiamo visto la reazione contro i tecnici italiani che lavorano temporaneamente su un progetto in Inghilterra. In tempi come questi, il nazionalismo troppo facilmente si fa sentire.
L’elezione di Obama alla presidenza americana e’ forse l’unica vera fonte di speranza in questi giorni. Con lui al timone, forse riusciremo a voltare pagina e a scatenare la ripresa economica. A dire la verita’, come ho cercato di spiegare all’inizio di quest’articolo, Glasgow ha gia’ visto di peggio, e la gente grintosa di questa citta’ non si lascera’ rovinare dalla recessione. E’ una questione di tempo. L’unica cosa e’ che non si sa quanto tempo ci vorra’…
di Gordon Fisher

martedì 17 febbraio 2009

Sentenza Tribunale di Milano: Condannato David Mills. Fu corrotto da Berlusconi

Nel giorno delle dimissioni annunciate da Veltroni causa la pesante sconfitta del PD in Sardegna, c’e’ una notizia clamorosa che sfalderebbe qualsiasi governo in un Paese democratico e civile. Tuttavia, sia chiaro, non me la sento di dire lo stesso per le dittature latino-americane e del sud-est asiatico.

L’avvocato Mills e’ stato riconosciuto colpevole di esser stato corrotto da Berlusconi per testimoniare il falso, per la modica cifra di 600.000 dollari. Ovviamente il premier grazie alla legge Vergogna-Alfano (votata appunto in vista di questa sentenza) non puo’ essere processato; ma in un Paese normale dovrebbe essere screditato e annientato politicamente. Scommettiamo che non sara’ cosi’?

L’Italia ormai non e’ un Paese normale e quello che fa rabbia e’ che gli italiani, miei con-cittadini, continuano a votare il silvio nazionale con percentuali bulgare…almeno fino a ieri.
Ricordo che anche Previti e’ stato condannato in via definitiva per aver corrotto dei giudici nel processo Mondadori per salvare il suo capo, e chi senno'?

l'Italia e' un Paese allo sbando? La maggioranza degli italiani e’ veramente lobotomizzata dalla propaganda mediatica del premier?

Dal PD mi aspetto piu' facce giovani e pulite e che 'sta volta tiri fuori gli attributi. Giochi il tutto per tutto in vista delle Europee, usando se necessario questa sentenza come una clava contro il suo avversario, perche' il dialogo con il Caimano non paga.

martedì 10 febbraio 2009

Eluana sfruttata

La vita e la morte di Eluana Englaro hanno aperto un confronto nella societa’ italiana che mi vede schierato dalla parte laica rispettando tuttavia l’opinione opposta e cattolica.
Quello che non condivido e’ la strumentalizzazione che ne ha fatto la politica. Usando un corpo inerme, che non puo’ replicare, per una squallida lotta di potere.

Sono esterrefatto e quasi incredulo per come direttamente Berlusconi, del quale credevo non stupirmi piu’ di niente, sia piombato rozzamente sulla vicenda di intima tragedia umana e come senza scrupoli abbia tentato di sfruttarla. Per uno scaltro venditore l’occasione di ri-conquistare quella parte di cattolici, molti in italia, contrari ad ogni forma di dolce morte, eutanasia o testamento biologico era troppo ghiotta. Purtroppo io ci vedo una chiara strategia politico-elettorale. E sta volta piu’ che fortemente contrario all’operato del Presidente del Consiglio ne sono schifato.
Berlusconi si e’ permesso di calpestare una sentenza definitiva della Corte di Cassazione, di screditare Napolitano costretto a respingere il ddl perche’ chiaramente incostituzionale. E con arroganza surreale ha addossato colpe e giudicato il padre e la famiglia di Eluana, vere vittime sofferenti di tutta questa vicenda. Si e’ permesso di ricattare Beppino Englaro equiparandolo ad un assassino e dando consigli (per gli acquisti) su come un padre premuroso avrebbe dovuto agire. Berlusconi cinicamente pensa a quella parte di credenti che e’ ancora il grosso dell’elettorato fluttuante italiano e che fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta in politica. E’ chiaramente preoccupato delle critiche sempre piu’ insistenti del mondo cattolico per la legge razzista sugli immigrati e per i sondaggi che vedono spostare il voto bianco verso la Lega Nord e l’UDC. Ma sta volta ha esagerato. Esiste ancora il tempo in cui la sete di vittoria e gli exit pool devono essere messi da parte. Un capo del Governo di una democrazia moderna e in uno Stato di Diritto non deve andare in televisione a dire che Eluana potrebbe avere addirittura dei figli con il solo scopo di catturare emotivamente la platea e il Paese.
Che ne pensate? Avete opinioni al riguardo?

lunedì 26 gennaio 2009

Gli aspetti positivi e sconosciuti della crisi economica

Si parla molto della crisi economica e finanziaria e degli effetti negativi del credit crunch sul sistema economico. Si tratta di fatti gravi che ci coinvolgono ogni giorno in maniera profonda e personale e accrescono l’incertezza del nostro futuro.
Vorrei, tuttavia, recitare per una volta la parte di chi vede il bicchiere mezzo pieno e cercare gli aspetti positivi – o forse non negativi – nei recenti capovolgimenti economici e finanziari. Con questo breve post vorrei dimostrare come in ogni momento difficile si nascondano delle opportunità ed elencare 10 lati positivi nella recente crisi economica e finanziaria:


1. assistiamo ad una riduzione generalizzata dell'inflazione con un accrescimento del potere d'acquisto;

2. esplosione della bolla immobiliare e opportunità di acquisto a prezzi ridotti, in particolare se i possessori sono a corto di liquidità;

3. discesa dei canoni di locazione nelle principali città italiane e crollo in alcune città europee;

4. chi ha investito in titoli sicuri a reddito fisso al top del ciclo si ritrova ora una rendita molto elevata;

5. possibilità di accedere al credito immobiliare con tassi molto bassi e conseguente riduzione dell’incidenza dei mutui sul bilancio familiare;

6. fine dell’era repubblicana e della dinastia Bush in America e avvio di una nuova stagione nelle relazioni internazionali segnata dal multipolarismo;

7. chi ha redditi in euro avrà la possibilità di beneficiare di una sterlina molto debole e quindi di prezzi da saldo in UK;

8. calo degli introiti per le economie fondate sulla vendita di materie prime e conseguente riduzione delle ambizioni di potere nei regimi antidemocratici ed aggressivi che guidano questi paesi (Iran, Venezuela, Russia, etc);

9. per la prima volta abbiamo visto i manager delle banche globali defenestrati, costretti a ridursi i performance bonus e chiamati a rendere conto del loro operato davanti alla legge;

10. il recente crac Madoff da 50 miliardi di dollari, quello degli schemi piramidali e dei rendimenti in doppia cifra fasulli, ci mostra l’ingenuità dei super ricchi del pianeta e ci dà una conferma: la truffa finanziaria colpisce tutte le classi sociali;

La lista non è esaustiva e soprattutto pronta ad accogliere il contributo di tutti.

di Stefano Angelini