mercoledì 5 novembre 2008

un Nero alla casa Bianca

“If there is anyone out there who still doubts that America is a place where all things are possible; who still wonders if the dream of our founders is alive in our time; who still questions the power of our democracy, tonight is your answer” Complimenti.

Non sono mai stato filo americano. Temevo che la societa' statunitense, tanto cristiana quanto bigotta e razzista al suo interno, alla fine avrebbe bocciato Obama. Sono tuttora convinto che senza la crisi finanziaria e la sua catastrofica gestione repubblicana Barack avrebbe perso. La campagna elettorale ancora a settembre si basava sulla "solita" sciagurata guerra in Iraq. Il cambio di marcia per i democratici coincide con il fallimento della Lehman Brothers e tutto quello che ne consegue.

Questa vittoria e' un evento incredibile e di portata storica. Per i futuri effetti concreti e per il valore simbolico che veicola. La piu' influente democrazia del pianeta dal punto di vista culturale, economico e militare di nuovo ha indicato la rotta da seguire. E 'sta volta mi sembra una buona via. E' necessaria piu' tolleranza, apertura al diverso, alla speranza. Ecco la speranza ha vinto sulla paura. I cittadini sulle lobby. Il nuovo sul vecchio. I tanti poveri sui pochi ricchi. La libera internet sull'establishment dell’informazione.

Mi viene quasi da pensare a Nostradamus. Allora vi chiederete se avremo la fine del mondo? No, per quella aspettiamo con la stessa trepidazione un altro nero in una basilica bianca.
Ma e' chiaro che il mondo sta cambiando. E un tale evento negli USA e nell'era della globalizzazione non puo' far altro che accelerarne la trasformazione. La gente ha scelto di sperare e mettersi in discussione per il cambiamento piuttosto che chiudersi per proteggersi dalle difficolta’.

Mi scappa da dire che sola ora si puo’ riprendere quel piano politico progressista interrotto improvvisamente il 22 novembre del '63 a Dallas. E che si sta realizzando un sogno improvvisamente infranto il 4 aprile di 5 anni dopo a Memphis.
Le idee se giuste, non muoiono.

Che ne pensate? Siete entusiasti, scettici o contrari?

giovedì 16 ottobre 2008

Socializzare le perdite Privatizzare i guadagni

Ci sono concetti che sembrano poco importanti per il funzionamento dei sistemi economici eppure l’errata valutazione del rischio può essere considerata la causa scatenante di un insieme di fenomeni che con effetto domino hanno travolto i mercati e le istituzioni finanziarie del mondo intero.

C’è un accordo unanime nel ritenere che la crisi del credito negli Stati Uniti sia nata da una valutazione errata del rischio nella concessione di mutui e prestiti a soggetti che non potevano offrire sufficienti garanzie o che erano già gravati da altri debiti. La corretta valutazione del rischio in questi casi rappresenta uno strumento fondamentale per salvaguardare l’interesse del prestatore e piu’ in generale del sistema economico. Per l’avidità di alcuni banchieri o con la complicità fraudolenta della classe politica, il sistema economico americano ha tollerato l’accrescimento del livello di indebitamento delle famiglie (per l’abitazione, il consumo, lo studio etc.) e delle imprese senza che ci fosse un’efficace valutazione della loro solidità economica. Si ritiene che per i beni quotati su di un mercato, le probabilità ed i rischi connessi siano incorporati nel prezzo; le obbligazioni che scaturivano da questi prestiti con limitata garanzia, infatti, potevano godere inizialmente di un prezzo (interesse) piu’ alto.

Nella fase successiva questi prestiti ad alto rischio sono stati diluiti all’interno di altri prodotti finanziari piu’ complessi e venduti a fondi pensione, fondi d’investimento, compagnie assicurative e banche in tutto il mondo. Per poter marketizzare questi strumenti rischiosi le obbligazioni cattive erano impacchettate insieme a strumenti piu’ credibili e rispettabili. In questo modo i debiti originari si sono spostati nel tempo e nello spazio ed hanno raggiunto le istituzioni finanziare di molti paesi europei ed asiatici. L’intero sistema finanziario mondiale è stato inizialmente inondato da grossi quantitativi di denaro provenienti dagli interessi che questi strumenti erano riusciti a garantire prima dell’avvio dell’effetto domino. La diffusione di questi titoli è stata così capillare che non appena i debitori hanno avuto difficoltà nel far fronte alle obbligazioni gli effetti si sono visti prima in America e poi in numerosi paesi europei ed asiatici. Questi strumenti finanziari malati, simili a cellule cancerose, hanno minacciato l’esistenza stessa delle istituzioni che vi avevano investito risorse e portato allo stato di insolvenza banche ed assicurazioni americane ed europee.

In che modo gli Stati Uniti stanno cercando di uscire da questa situazione problematica? Il piano Paulson approvato dal congresso garantisce l’esborso da parte del governo degli US nei prossimi mesi di 700 miliardi di dollari per il salvataggio delle principali istituzioni finanziarie coinvolte ed in ultima istanza dell’intera economia. Il piano di salvataggio - da alcuni denominato “cash for trash”- prevede l’acquisto da parte del governo federale (e quindi del contribuente) di titoli di dubbia esigibilità e svalutati per dare liquidità agli istituti gravati dalle insolvenze. In questo modo il governo si trova a sostenere i debiti dell’intero sistema finanziario scaricando sui cittadini i costi del salvataggio senza peraltro avere accesso ad eventuali utili che potrebbero emergere in seguito all’operazione. Oltre alle misure del piano Paulson è in discussione in questi giorni – diventerà presto un provvedimento – l’acquisto da parte del governo di significative partecipazioni nelle 9 principali banche americane e la garanzia statale sui prestiti interbancari. Misure finalizzate a ristabilire una parità con le condizioni previste dai piani di intervento dei governi europei in un paese che ha già un costo del denaro molto basso e che rischia di ritrovarsi in una vera “trappola della liquidità”.

Sull’altra sponda dell’Atlantico, la strategia anglo-europea ha cercato di garantire oltre ai depositi dei risparmiatori i prestiti che le banche si fanno sul cosiddetto mercato interbancario. In questo grande mercato finanziario, data la grande sfiducia che regna, i governi tentano di garantire le transazioni con i fondi pubblici al fine di eliminare la diffidenza reciproca. Circa 1000 miliardi di euro sono stati resi disponibili dai governi europei per garantire i prestiti interbancari fino alla fine del 2009, mettere a disposizione fondi per l’eventuale ricapitalizzazione, ed entrare nel capitale delle banche con misure di nazionalizzazione parziale. Un’iniziativa comune anglo-europea che ha ridato temporanea fiducia alle borse e prodotto temporanei rialzi a due cifre sui principali mercati azionari nei giorni immediatamente seguenti. Da molti interpretato come un evidente segno del successo delle politiche di salvataggio europee, - successo peraltro temporaneo - questo intervento potrebbe rappresentare l’inizio di un periodo di grandi ristrettezze: l’incremento della spesa pubblica in un periodo di recessione potrebbe tradursi in una crescita della pressione fiscale in paesi già gravati dai costi degli squilibri demografici. Inoltre, alcuni già si chiedono fino a che punto gli stati possono indebitarsi senza che anche su di loro si abbatta la sfiducia dei mercati.

Che cosa è lecito prevedere per i prossimi anni se le politiche di salvataggio avranno successo? Come primo effetto di questo crac le banche dovranno ridurre il peso delle attività legate alla compravendita di titoli ad alto rischio e potenzialmente pericolosi che hanno provocato il collasso finanziario e tornare alla loro tradizionale attività: raccogliere denaro presso gli sportelli e prestarlo a imprenditori e soggetti economici lucrando sullo spread fra i diversi tassi di interesse. Oltre al sistema bancario anche il mondo economico uscirà cambiato da questi rovesciamenti e le attività manifatturiere finalizzate alla produzione di cose, beni e servizi acquisiranno nuovamente importanza a scapito della finanza. La crescita economica sarà rallentata dalla minore disponibilità di capitale per investimenti, acquisizioni e fusioni e torneranno centrali l’incremento della produttività e le dinamiche demografiche. Lo squilibrio macroeconomico di fondo che secondo molti osservatori ha scatenato la crisi è stato provocato dal deficit commerciale accumulato dagli Stati Uniti e dall’eccesso di riserve monetarie che Cina e Giappone hanno avuto in questi anni. I governi del G8 e tutti i paesi in via di sviluppo dovranno trovare un accordo sulle modalità per riassorbire questo disequilibrio che fino ad ora è stato sostenuto con il debito pubblico e privato americano. Si aprono scenari macroeconomici che ancora non conosciamo e che potrebbero mettere in discussione il ruolo che l’America ha avuto negli ultimi 2 decenni oppure minacciare la coesione e l’esistenza stessa dell’area Euro.


di Stefano Angelini





sabato 20 settembre 2008

Informarsi e Reagire

Il porcellum non vi e' bastato? I baroni della politica preparano una “piccola” modifica alla legge elettorale delle europee 2009. L’introduzione di uno sbarramento al 5 o 3 % e di nuove liste bloccate.
Significa ridurre ulteriormente la democraticita' del voto. Di nuovo i cittadini non sceglieranno i loro rappresentanti. I deputati non saranno piu' delegati dal popolo ma scelti dal presidente di partito, quindi dipendenti dal capo. Non dovranno confrontarsi con gli elettori per farsi eleggere, ma bastera' loro obbedire rettamente al padrone. Proprio come in un’azienda tipica del (Bel?)Paese, dove qualcuno si azzerbina per ottenere una buona posizione nella lista.
Si vocifera che parte dell’oligarchia del PD sia tentata nell’avvallare la porcata2. Ricevendo in cambio lo sbarramento che di fatto impedisce l’emoragia di voti preziosi a sinistra. Inutile dire che la base e le nuove energie del Partito Democratico respingono anche solo l’ipotesi di tale inciucio. Noi tutti vogliamo piu’ Democrazia Reale. E’ scritto nel nostro nome.
Del resto la chiave di volta della legislatura e della storia recente del nostro Paese coincidera' con il successo o meno di un'altra consultazione popolare nel 2009.
Il referendum sulla legge elettorale nazionale e’ stato rimandato causa voto anticipato. Per legge deve essere indetto entro l’estate del prossimo anno. Sono certo che buona parte dell’attuale maggioranza fara' di tutto per affossarlo, escludendolo dall’agenda mediatica per non raggiungere il quorum. Come ho gia' scritto in passato con l’attuale legge i berluscones quando sono sfavoriti pareggiano e quando sono favoriti stravincono. Per questi ragioni e’ necessario un PD protagonista e compatto per il SI al referendum o per la riforma della legge elettorale ex-novo.
Piu' in generale e’ auspicabile che le nuove leve e le giovani intelligenze democratiche si battano, anche duramente se necessario, per migliorare la condizione economico-sociale e ma anche culturale dell’Italia. Compromessa da anni di sperperi, favoritismi e malagestione.
Siamo stanchi di essere confusi con la maggioranza degli italiani ormai assuefatti e indifferenti alle mascalzonate che subiscono platealmente. E sentirmi rispondere che alla gente non frega nulla perche' pensa a come arrivare alla quarta settimana (o terza) mi fa tristezza. La povera gente dovrebbe sapere che l’Italia e' un Paese allo sbando, anche perche' si e' lasciata supinamente raggirare da una classe dirigente che da troppo tempo fa i suoi interessi. Confidando nel fatto che tanto al popolo tutto questo non interessa.
N.B. In concomitanza con la manifestazione di piazza del 25 ottobre a Roma, il PD Scozia organizzera' diversi eventi per ufficializzare il suo circolo politico in territorio britannico.

giovedì 17 luglio 2008

Salva l'Italia, l'appello di Walter Veltroni


Il Partito Democratico vi invita a sottoscrivere la petizione "SALVA L'ITALIA". In questo link http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=54661 trovate il testo completo della petizione e qui http://www.partitodemocratico.it/salvalitalia/ il form on-line da compilare. Che siate in Italia o all'estero, non importa, l'importante è dare la vostra adesione entro il 25 Ottobre.

L'appello del nostro Segretario



"Cinque milioni di firme per dire no ad un governo che non rispetta le regole democratiche, forza la mano sui temi della giustizia e non fa nulla per far crescere salari e pensioni mentre l’Italia vive una pesante crisi e le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese. Il Partito democratico lancia dalla prossima settimana una petizione e punta a raccogliere milioni di firme tra gli italiani che stanno vedendo come il governo non mantiene gli impegni: avevano detto che le tasse sarebbero scese invece aumenteranno per tutta la legislatura, avevano fatto una campagna elettorale promettendo più sicurezza e ora tagliano le risorse proprio alle forze di polizia, parlavano di innovazione e la scuola avrà centomila insegnanti in meno... Quella del PD è una iniziativa che durerà nel tempo e coinvolgerà i cittadini in tutto il Paese, non la fiammata di un giorno ma una campagna capillare che andrà dove gli italiani vivono. Nelle Feste in tutt’Italia, nelle piazze delle città, anche nei luoghi di lavoro: queste milioni di firme saranno anche la base della grande manifestazione che il PD ha promosso per l’autunno, tenendo insieme la difesa della democrazia, della nostra Costituzione, il rispetto delle regole e la necessità di un intervento immediato e forte per dare respiro e risorse alla famiglie, per rilanciare l’economia."


Walter Veltroni

venerdì 11 luglio 2008

Meditando sulla manifestazione del 8 luglio


Vorrei invitarvi alla lettura dell’articolo di Curzio Maltese pubblicato su Repubblica il 10 luglio (http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/politica/giustizia-6/palco-show/palco-show.html?ref=search). Personalmente prima del 8 luglio, mi dichiaravo favorevole alla partecipazione alla manifestazione, per una profonda condivisione delle ragioni che hanno portato ad organizzarla. Tuttavia, quello che ho visto grazie alla diretta di Repubblica TV, mi ha fatto completamente ricredere e l’articolo di Curzio Maltese propone in bella forma le mie impressioni su quella sera.


Eleonora Bellini

mercoledì 18 giugno 2008

Le novità della settimana

Vorrei segnalare alcuni articoli sugli ultimi avvenimenti italiani.

I primi due articoli trattano della sospensione dei processi. Mi sembrano molto opportuni soprattutto per la connessione con Regno Unito (caso Mills):
http://www.independent.co.uk/news/world/europe/berlusconis-bid-to-have-trial-halted-would-help-david-mills-849224.html (Independent) http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/politica/giustizia-1/sviluppi-18giu/sviluppi-18giu.html (Repubblica)

I seguenti articoli trattano invece dell'approvazione del Parlamento europeo del pacchetto sull'immigrazione e sulla richiesta d'asilo:
http://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/cronaca/sbarchi-immigrati/strasburgo-vota/strasburgo-vota.html (Repubblica) http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/08/948&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en (Europa)

Spero che questi argomenti suscitino qualche commento, ma soprattutto che facciano riflettere.

Buona giornata :)


lunedì 9 giugno 2008

Consigli per la lettura

Per concludere la serie di post correlati all'analisi dei risultati elettorali vi propongo l'intervento di Don Rocco D'Ambrosio, docente di Etica Politica alla Pontificia Università Gregoriana e promotore di una serie di scuole di formazione all'impegno sociale e politico in Puglia, intitolato: La vittoria di Berlusconi, con o senza forse (http://www.cercasiunfine.it/forum).


Vorrei segnalare, infine, due articoli pubblicati su Repubblica.it che riguardano due manifestazioni tenutesi a Roma per la tutela dei diritti civili: la manifestazione del Gay Pride

(http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/gay-pride/oggi-
corteo/oggi-corteo.html) il 7 Giugno e la manifestazione dei Rom
contro il razzismo l'8 Giugno

(http://roma.repubblica.it/dettaglio/La-marcia-dei-Rom/1473271).



lunedì 2 giugno 2008

2 GIUGNO: FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA

ll 2 giugno del 1946, il referendum istituzionale indetto a suffragio universale, chiamava gli italiani alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, in seguito alla caduta del fascismo. Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l'Italia diventava Repubblica mentre i Savoia abbandonavano il Paese.

Si cancellava la dittatura, le donne conquistavano il diritto di voto e i 566 dell’Assemblea Costituente si apprestavano, in meno di due anni, a scrivere la Costituzione.


martedì 27 maggio 2008

piena fiducia nel segretario nazionale

Da quando il quarto governo Berlusconi si e’ insediato sento da sinistra perlopiù critiche all’opposizione! Puo’ sembrare un fatto singolare. Non per chi conosce la sinistra italiana. Quando eravamo al governo criticavamo l’esecutivo, ora che siamo all’opposizione, invece di criticare il governo, ogni scusa e’ buona per attaccare la gestione Veltroni. Sono stato tra i primi a riconoscere la pesante sconfitta delle politiche. E l’ho fatto anche per scongiurare quel “taffazzismo” di sinistra che non ha mai giovato e certo non ci aiuterà a promuovere quanto (molto) e’ necessario per essere una valida alternativa democratica a questa destra populista.
La giusta via sta nel mezzo. Tra un partito-azienda che non ammette nessuna critica o elezione per il capo-padrone e un partito che talvolta con la scusa della discussione democratica mina la forza e la credibilità del proprio leader.
Stavolta non parlo dei vari D’Alema, che pure ufficiosamente sta creando una opposizione interna, ma della base. Da piu' parti si vocifera che Veltroni e’ bollito, che gia' le elezioni europee 2009 saranno un disastro e segneranno la fine del PD. Inciucio. Politica suicida.
Cerchiamo di essere equilibrati e razionali. Il PD rimane l’unica vera novità positiva della politica italiana. Veltroni e’ stato eletto dal popolo delle primarie e solo da questo puo’ essere destituito. E’ giusto farlo lavorare e poi valutare i risultati concreti e non le chiacchiere da bar. Se avra’ fatto bene sara’ confermato altrimenti no. Non sono mai stato convinto dagli esoneri a meta’ stagione e poiche’ Veltroni non e’ stato chiamato per vincere le politiche 2008, ora e’ giusto sostenerlo con tutta la forza della base.
Sono d’accordo con l’istituzione del governo ombra per una opposizione non solo di controllo ma anche propositiva. Che e’ poi il vero limite dei vari Grillo e Di Pietro. D’accordo con il dialogo per le riforme condivise, anche se Veltroni ne sono certo di Berlusconi non si fida. Come potrebbe fidarsi di uno che l’ha scherzato nel discorso inaugurale scritto per elogiarne la piena disponibilità. Sono fiducioso che, come dimostra la fermezza contro la legge salva-Rete 4, Veltroni in nome del dialogo non sara’ co-autore di nuove norme ad personam o peggio della salita al colle del leader del popolo della liberta’ (provvisoria).
Da parte mia questo non vuol dire rinunciare alla discussione interna. Le critiche e le domande, pero’, dovrebbero essere poste sui fatti concreti. Ne faccio tre. 1) perche’ il centro sinistra non ha mai messo mano al conflitto di interessi di Berlusconi, maggiore causa delle sue vittorie politiche, o alla cancellazione della legge (vergogna) Gasparri? 2) perche’ la Finocchiaro ha difeso Schifani contro Travaglio se quello che il giornalista ha detto e’ la pura verita’? 3) perche’ Rutelli e’ stato premiato con la presidenza del Copasir se e’ uno dei veri sconfitti del PD? (nelle amministrative di Roma c’e’ stato un chiarissimo voto contro la sua persona poiche’ Zingaretti ha vinto la provincia soprattutto grazie al consenso nella capitale)

domenica 27 aprile 2008

Consigli per la lettura

Cari lettori del blog,
vorrei segnalarvi articoli e post che potrebbero essere di interesse generale.
1)L'Italia che trova il centro-destra (parte 1) di Simona Milio (simonamilio.wordpress.com/) in cui Simona, avvalendosi dei dati estratti dal rapporto della Banca d'Italia, fornisce un quadro della situazione economica che il governo Prodi lascia in eredità al nuovo governo di centro-destra, al fine di monitorarne l'evoluzione (o meglio l'involuzione) nei prossimi anni.
2)Lo specchio d'Italia è sempre più rotto di Eugenio Scalfari(http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/elezioni-2008-sei/scalfari-specchio-rotto/scalfari-specchio-rotto.html?ref=search) in cui il noto giornalista, fondatore del quotidiano Repubblica, analizza e commenta i principali avvenimenti che hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa.
3)Good money after bad tratto dall'Economist print edition del 24 Aprile (http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=11090151) che parla della vicenda Alitalia secondo la nota rivista Britannica.
Vi auguro buona lettura, se non li avete già letti, e sarebbe interessante e proficuo ricevere qualche feedback e confrontarci su questi temi.

venerdì 25 aprile 2008

25 aprile: Festa della liberazione

Il 25 aprile è una festa tutta italiana, ma anche se siamo in Scozia la vogliamo ricordare perchè è motivo di grande orgoglio per il nostro popolo. Se abbiamo un'Italia libera, lo dobbiamo soprattutto alla resistenza italiana. Per questo è un nostro dovere dedicare a loro questo giorno.
Insieme ai partigiani italiani, vogliamo ricordare anche l'impegno impiegato dalla forze alleate per liberare l'Italia dal nazi-fascismo.

Colgo anche questa occasione per ricordare un grande intellettuale italiano, Antonio Gramsci. Il 27 aprile è l'anniversario della morte di questa figura di rilievo internazionale, morto nel 1937 dopo tanti anni di prigionia.

domenica 20 aprile 2008

Ad una settimana dal voto...

Ad una settimana dal voto, facciamo il punto della situazione, considerando ed interpretando i principali fenomeni emersi dall’esito delle urne.

1) La netta vittoria del Popolo delle Libertà, ossia Forza Italia + Alleanza Nazionale, ultima operazione di marketing di Silvio Berlusconi, capo di questo cartello elettorale.
Tale partito insieme alla Lega Nord di Umberto Bossi ha ottenuto oltre 17 milioni di voti alla Camera. Circa 3 milioni e mezzo in più dell'alleanza Pd e IdV, che sosteneva Veltroni. Una interpretazione di questo risultato, che condividiamo pienamente, è quella fornita da Ezio Mauro, nel suo editoriale pubblicato su Repubblica il 16 Aprile. Egli scrive: Cos'è questa capacità (di Berlusconi) di mordere nel profondo del Paese, e di tenerlo in pugno? In un'Italia che non ha mai nemmeno rivelato a se stessa la sua anima di destra, ombreggiandola sotto l'ambigua complessità democristiana, il Cavaliere ha creato un senso comune ribelle e d'ordine, rivoluzionario e conservatore, di rottura esterna e di garanzia interna, che lui muove e agita a seconda delle fasi e delle convenienze, in totale libertà: perché non deve rispondere ad una vera opinione pubblica nel partito (che non ha mai avuto un congresso dal 1994) e nel Paese, bastandogli un'adesione, un applauso, una vibrazione di consenso, come succede quando la politica si celebra in evento, i cittadini diventano spettatori e i leader si trasformano in moderni idoli, per usare la definizione di Bauman. Idoli tagliati a misura della nuova domanda che non crede più in forme di azione collettiva efficace, idoli "che non indicano la via, ma si offrono come esempi". Sta qui il fondamento del risorgente populismo berlusconiano, un populismo della modernità, che supera la cattiva prova di governo del quinquennio di destra a Palazzo Chigi, l'età avanzata, l'usura ripetitiva, la fatica del linguaggio, il gigantismo delle promesse, le ossessioni private trasformate in priorità della Repubblica, come il perenne regolamento di conti con la magistratura.
Ecco perché il populismo può fare da cornice coerente alle paure di cui la Lega è imprenditrice al Nord, rassicurando nella delega carismatica al leader lo spaesamento del Paese minuto, e il suo spavento popolare per ciò che non riesce a dominare. Così, l'Italia del voto sembra più alla ricerca di rassicurazione che di cambiamento.



2) Il trionfo della Lega Nord, un evento inaspettato.
Tale fenomeno ha una sua ragion d’essere se si considera quella che è la natura del partito, che perdendo i suoi tratti caratteristici di partito di protesta e di rottura, ha assunto le sembianze di quello che può essere definito come partito regionale. Un partito regionale, come scrive Angelo Panebianco nel Corriere della Sera del 17 Aprile, è un partito che sfugge alle classiche etichette destra/sinistra: imponendosi come portavoce di una certa area territoriale, che aspira a rappresentare in modo monopolistico, è un partito interclassista e comunitario. E' un partito-comunità. Per un gruppo politico siffatto, avere un ruolo nel governo nazionale è importante ma solo se ciò rende più efficace la sua azione a favore della comunità territoriale rappresentata. La sua vera forza sta nel controllo delle amministrazioni locali e in una presenza capillare sul territorio. Come ha osservato Andrea Romano (La Stampa), non si capisce la Lega Nord se non si tiene conto della capacità che Umberto Bossi ha avuto nel corso degli anni di fare crescere una classe dirigente locale, di giovani amministratori, spesso abili, e capaci di tenersi in sintonia con le domande dei loro amministrati[…].un partito regionale come la Lega Nord vive e prospera in virtù di un rapporto «contrattuale», di scambio, su temi concretissimi, che toccano direttamente le loro vite e i loro interessi, con i propri rappresentati. A dare forza alla sua azione, a spiegare il suo radicamento e i suoi successi, sono due circostanze. In primo luogo, il fatto che un partito regionale non deve preoccuparsi, a differenza dei grandi partiti nazionali, delle «compatibilità» (se non quando non preoccuparsene danneggerebbe i territori rappresentati) e degli interessi nazionali[…] In secondo luogo, il fatto che il comunitarismo territoriale che lo ispira gli permette di muoversi «come se» le popolazioni rappresentate fossero internamente omogenee. Per l'interclassismo comunitario, «se ci guadagna» il territorio, ci guadagnano tutti i suoi abitanti.



3) La scomparsa di una rappresentanza della componente socialista e comunista nel Parlamento Italiano.
Il fatto che la Sinistra Arcobaleno e Il Partito Socialista abbiano riscosso consensi talmente bassi da non riuscire a superare la soglia di sbarramento del 4% alla Camera e tanto più dell’ 8% al Senato può essere interpretato sia come il risultato finale del gioco di veti, attacchi, critiche e riserve che ha paralizzato e affogato nel dissenso il governo Prodi, e anche perché i militanti e i simpatizzanti non hanno creduto che l'accrocco della lista fosse davvero l'embrione di un nuovo partito-movimento, bensì un espediente puramente elettorale come scrive Ezio Mauro nell’articolo già citato. Ma può anche essere ascritto all’incapacità della sinistra radicale, da 12 anni a questa parte, di comprendere i mutamenti che si stavano producendo nel paese, di rompere incrostazioni e tabù, restia a politiche animate di coraggio e fantasia e timorosa di rompere le vecchie solidarietà frontiste, secondo Ernesto Galli Della Loggia (Corriere della Sera - 16 Aprile 2008) facendo trasferire, in tal modo, a destra i voti dei cittadini a cui questa forza storicamente si rivolge. Tale fenomeno non è da considerare del tutto negativo, se si tiene presente che nella prossima legislatura ciò produrrà come primario effetto una consistente semplificazione dei gruppi parlamentari. Inoltre, si spera che, in questo periodo di forzato esilio, tali forze intraprendano una fase di dialogo con le forze moderate e riformiste del Partito Democratico. Altrimenti sono destinate a soccombere.



4) Le urne non hanno decretato la vittoria del Partito Democratico.
La campagna elettorale condotta in maniera esemplare da Walter Veltroni, con pacatezza e serietà degne di un leader democratico, riformista ed in linea con quanto avviene nel resto d’Europa, non è bastata per raccogliere i consensi della maggior parte degli italiani. Ciò nonostante, riteniamo che il PD ha saputo e continuerà a dimostrare di essere un partito che vuole distanziarsi dallo stereotipo della politica italiana. Il suo stile é stato apprezzato soprattutto all'estero (molti autorevoli quotidiani europei come il Financial Times, Le Monde, El Mundo, tanto per citare alcuni esempi, hanno invitato gli italiani a votare PD) e ha contribuito a dare dell'Italia un'immagine diversa…almeno fino all'arrivo dei risultati elettorali.
A questo punto occorrerebbe analizzare cosa non abbia funzionato.



· Secondo Ezio Mauro molti italiani non hanno saputo comprendere la portata innovativa della scelta del PD di correre da soli, una scelta che ha avuto come importante conseguenza la semplificazione del quadro politico e parlamentare.



· La novità del PD di fronte ai gravi problemi della parte più debole del Paese è stata percepita da alcuni come "politicista". E dunque per essi è stato più semplice mettere la croce su quei simboli dai quali si sentivano rassicurati, piuttosto che rischiare mettendo una croce su quel simbolo che rappresentava il nuovo.



· Il PD non è riuscito ad intercettare i voti dell’elettorato di centro, nonostante la forte e autorevole componente cattolica all’interno del partito, e questo è stato legato, in parte, dall’inserimento di candidati radicali all’interno delle liste del PD. Ma non è neppure riuscito ad intercettare i voti dell’elettorato della sinistra radicale, che probabilmente non ha compreso appieno la scelta di correre da soli e i benefici dell’introduzione di un sistema riformista.



· Ha pesato, inoltre, l’opinione comune sul governo Prodi, sia per quanto riguarda l’aspetto tasse (aumentate per far fronte ai disastri provocati dalla “creatività” del ministro Tremonti…ma i più non l’hanno compreso), sia per la litigiosità della coalizione su qualsiasi tema.



· Il PD è partito svantaggiato, da un certo punto di vista. E’ stato fondato da soli pochi mesi, le elezioni sono giunte nel bel mezzo della sua fase costituente e non ha avuto modo di ben radicarsi nel territorio.


Il risultato elettorale non mette minimamente in discussione la leadership di Veltroni sancita dal voto di 3.5 milioni di Italiani alle primarie del 14 ottobre. A lui il difficile compito di guidare l’opposizione, di battersi per l’attuazione delle riforme istituzionali di cui l’Italia ha un grande bisogno, di supportare la sfida riformistica anche dai banchi dell’opposizione, tutelare le istanze delle fasce più deboli che non trovano rappresentanza in parlamento. Se tutto ciò sarà portato avanti nel migliore dei modi, con serietà e forza, e se il PD riuscirà a radicarsi nel territorio, e non abbiamo dubbi che ciò avverrà, alle prossime elezioni riusciremo a superare di gran lunga il 33% e diventare la prima forza riformista al governo nella storia di Italia.
Eleonora Bellini e Marzia Ballardin

giovedì 17 aprile 2008

L'anomalia italiana

Nella circoscrizione estero, dove la destra tradizionalmente e’ fortissima, c’e' stato un grande risultato del PD. Addirittura e’ il primo partito alla Camera con il 32,7% davanti al PdL 31%. E mantiene tutti i seggi delle scorse elezioni in cui per altro la CdL, con un atto di presunzione, si presento’ divisa. Un risultato del genere e’ dipeso in gran parte dalle attività dei circoli democratici on-line e territoriali che, nati spontaneamente dopo la Costituente dello scorso Ottobre, hanno promosso un'ottima campagna elettorale piena di entusiasmo. Questo risultato, e’ bene ricordarlo, dipende molto anche dal fatto che gli elettori all’estero non sono intortati tutti i santi giorni dal potere mediatico di Berlusconi. In Italia abbiamo perso le elezioni. Il risultato del 33% e’ buono come affermazione di partito. Tuttavia non può esserlo per una forza riformista che si candida a governare il Paese. E questo e’ quello che conta di più. Pesa fortemente la distanza dall’altra coalizione: più di 9 punti percentuali! E mi spiego. Il nostro e’ un Paese politicamente anomalo in cui fino a tangentopoli la DC ha governato per 40 anni ininterrottamente. In seguito la sinistra ha vinto due volte grazie ad un sistema bipolare e a un ex-democristiano, Romano Prodi. Quindi in un paese storicamente a maggioranza anti-sinistra nelle gare tra partiti la sinistra ha sempre perso invece tra le coalizioni c’e’ stata un’alternanza. Vorrei far notare che in tutti i sistemi bipartitici del mondo negli ultimi 30 anni non si e’ mai registrato un gap superiore ai 5 punti tra gli schieramenti. In più a sinistra abbiamo già preso tutto il possibile, mentre al centro non abbiamo drenato neanche un consenso. E i voti dell’UDC sono voti congelati pronti all’occorrenza per il PDL. Sapevamo di poter pagare un prezzo per il cambiamento. ma nessuno pensava fosse cosi’ elevato. E’ politicamente rischioso concedere di nuovo a Berlusconi una vittoria cosi’ netta. L'entità sta nel fatto che tutti gli osservatori parlavano, anche a destra, di un Senato traballante. Invece 42 senatori con questa legge! Ma stiamo scherzando? Una maggioranza cosi' ampia non c'e' mai stata nella storia repubblicana. Cosi’ si mette a repentaglio anche l'azione futura del PD. In primis il ruolo che il partito avrà sulle riforme, perché rischiamo di essere meri spettatori. Insomma Berlusconi lo conosciamo. Ha fatto cadere la Bicamerale ed e’ l’artefice del porcellum. E c'ha già negato una Camera. Con la Lega cosi' forte il semi-presidenzialismo ce lo scordiamo. E credo anche che non si cambierà facilmente questa legge elettorale che calza a pennello al centro-destra. Quando deve perdere pareggia e quando deve vincere fa' cappotto! Poi anche se non trapela, questa sconfitta sta avendo conseguenze sulla leadership di Veltroni e sulla credibilità del PD come futura forza di governo. Non e' stata neanche una questione di poco tempo a disposizione. E comunque non e' decisiva per spiegare quello che e’ successo. Berlusconi vinse nel '94 con pochissimo tempo. Va bene il governo Prodi ha pesato, ma che dire del governo Berlusconi 2001-2006. Era percepito malissimo allo stesso modo. Credo che la linea politica di Veltroni fosse quella giusta. Il risultato ha dimostrato che per il PD c'e’ stato un difetto di credibilità. Se il messaggio è giusto ma non arriva agli elettori, forse l'errore stava nel portatore del messaggio? Non credo. Veltroni, come ho scritto, rimane uno dei leader più capaci della storia politica italiana ed e' un eccezionale comunicatore. L’errore a mio avviso e’ stato il target, il segmento elettorale a cui parlare. Gli argomenti ottimi e credibili di Veltroni, veicolati con un linguaggio immaginifico dal grande senso civico, hanno scaldato veramente i cuori della gente. Ma solo di un 1/3 degli italiani e sono stati ignorati dal resto. L'errore e' stato considerare la maggioranza degli italiani di centro come dei moderati che prediligono i toni pacati e sereni. Le vicende politiche lo dicono almeno da 15 anni. Infatti Berlusconi si professa moderato ma nelle azioni e nel linguaggio che usa non lo e' affatto. E' un populista. Ai "cosiddetti" moderati italiani evidentemente piace anche veder strappare i programmi, attaccare le istituzioni, parlare di successi con le donne, evadere regole. L’italiano medio e’ un furbo, ed e’ intriso di quel “familismo amorale” (vi rimando a wikipedia) ancora tipico della societa’ individualista italica non solo meridionale. Arrivo a dire che Berlusconi in buona parte ci fa', perché questa cosa l'ha capita al volo e noi ancora no. In sostanza l’Italia se non e' un Paese politicamente normale e' perché la classe moderata non e' tale. Questo e' stato a mio avviso uno degli errori. Certo non voglio assolutamente che Veltroni agisca come Berlusconi, ma e’ necessario che resetti l'azione politica tenendo presente questo scenario e che dialoghi con questo segmento elettorale almeno marginalmente. Altrimenti i voti per recuperare ce li scordiamo. Per quello che mi riguarda non mollerò e lavorerò da subito. Perché ci credevo e ci credo, altrimenti non sarei cosi’ critico e dettagliato. Tuttavia il 2013 mi sembra lontanissimo.

Quanto argomentato rappresenta semplicemente l'opinione di un militante e non esprime la linea del Partito Democratico ma ne utilizza semplicemente la tribuna politica.

giovedì 10 aprile 2008

si puo' fare e LO STIAMO FACENDO

Chiuse le urne all'estero guardiamo all'Italia e alle ultime 48 ore di campagna elettorale. Vorrei chiarire un punto essenziale: l’offerta elettorale del PD e del suo leader Walter Veltroni si differenzia nettamente da quella del principale esponente dello schieramento a noi avverso, che per esigenze di spazio tipografico e tempo chiamerò “principale avverso”.
I Partiti:
Il Partito Democratico (PD) nasce dall’unione dei DS e della Margherita più esponenti della società civile molti dei quali alla prima esperienza politica. Il processo di costituzione e’ durato anni culminando con le elezioni primarie del 14 ottobre 2007, dove 3 milioni e mezzo di elettori italiani hanno scelto Veltroni tra diversi candidati. Nel febbraio 2008 dopo mesi di discussioni i membri dell’assemblea costituente hanno approvato lo statuto, il manifesto dei valori e il codice etico del nuovo Partito.
Il Popolo della Libertà (PdL) e’ al contrario un cartello elettorale tra Alleanza Nazionale, Forza Italia e una miriade di micro-partiti tra cui quello della signora Mussolini, della nuova Democrazia Cristiana di Rotondi, dei Liberaldemocratici di Dini più alcuni personaggi discutibili, in primis Ciarrapico e De Gregorio. Il processo di formazione e’ durato il tempo di una notte senza elezioni ma con una imposizione di Forza Italia ai sui ex alleati. Fini ha chinato la testa e Casini ha deciso di andarsene, spostando di fatto a destra l’asse del nuovo pseudo-partito. Ricordo che il principale avverso solo due mesi prima aveva definito la Casa delle Libertà un ectoplasma, e Fini rispondeva che un tale progetto non poteva essere imposto dal predellino di una Mercedes senza nessuna discussione democratica. Ma tant’e’…
Le coalizioni:
Il PD ha avuto il coraggio di cambiare lo scenario politico sebbene Forza Italia non abbia acconsentito di modificare l’attuale legge elettorale. Il cuore della novità sta nella scelta di andare liberi e senza la sinistra radicale che a livello nazionale per l’ennesima volta si e’ dimostrata incapace di governare un Paese moderno quale dovrebbe essere l’Italia. Ci vuole coraggio nel lasciare per strada il 8-9% dei voti a sole 6 settimane dalle elezioni, tuttavia il grande entusiasmo che sta accompagnando Veltroni sembra ripagare questa scelta. La sola alleanza elettorale del PD e’ con l’Italia dei Valori e prevede nell’ormai prossimo parlamento un solo gruppo parlamentare, un solo programma e la sola leadership di Walter Veltroni. Di Pietro ha fama di essere persona coerente ed onesta.
Dall’altra parte oltre al già ricordato artifizio elettorale del PdL c’e’ una vera e propria alleanza con la Lega Nord (solo al nord) e con il Movimento per le Autonomie del siciliano Lombardo una sorta di lega sud (solo al sud). Entrambi saranno determinanti nelle rispettive regioni e quindi in parlamento. Come faranno a governare insieme due schieramenti che si battono e difendono interessi particolari opposti? Non credo che i suddisti vogliano la secessione territoriale, ne’ quella fiscale proclamata da Maroni e company, ne’ l’essere considerati alla stregua di clandestini o immigrati, ne’ tanto meno l’eruzione catastrofica dell’Etna. E Fini vuole forse lo stralcio del tricolore, o che si imbraccino i fucili contro le canaglie romane? Ma tant’e’…
I leader e i programmi:
Veltroni ha 52 anni, e’ un politico di esperienza che guarda con ottimismo ed energia al futuro di un Italia più moderna e giusta. E’ stato vice Presidente del Consiglio e Ministro della Cultura nel primo governo Prodi e vanta un grande riconoscimento bipartisan come sindaco di Roma. La capitale non vedeva un tale sviluppo economico e culturale dai tempi di Ernesto Nathan. E’ considerato il sindaco di Tutti, per quella capacità politica e personale di unire posizioni di interesse divergenti valorizzandone sempre la sintesi migliore. Si candida per la prima volta alla guida del Paese forte di questa esperienza e dell’investitura popolare delle primarie. E' convinto che la crisi economico-sociale dipenda anche da una politica gridata che non ha saputo occuparsi dei problemi reali. E' il tempo di finirla con le divisioni e gli odi. E' necessario riscoprire l’unita’ nazionale, l’orgoglio di essere Paese per superare le differenze reali tra nord e sud, tra ricchi (pochi) e poveri (molti) e quelle di propaganda ed anacronistiche tra comunisti e non. Nel suo programma punta diritto sulla crescita economica senza la quale non può esserci re-distribuzione ne’ equità sociale. Rilanciare l’economia abbassando le tasse, incentivare i consumi aumentando il potere d’acquisto dei salariati e promuovendo ulteriori liberalizzazioni nei settori di mercato ancora monopolizzati. Ridurre il debito pubblico, tagliando la spesa primaria di un punto di PIL all’anno. E poi lotta al precariato, all’evasione fiscale e alle sacche di spreco prodotte da politiche pubbliche inefficienti o da collusioni territoriali mafiose. In linea con le politiche economiche del governo uscente.
Il principale avverso ha 71 anni. E’ un politico e uomo d’affari di esperienza ma e' stanco. Dopo aver perso 2 volte, si candida per la quinta alla Presidenza del Consiglio. Fatto, credo, unico nella storia delle democrazie ma possibile per un personaggio che e’ il padre-padrone del proprio partito. Schieramento politico in cui non c’e mai stata nessuna corrente di opposizione interna ne’ alcun contraddittorio. Come uomo d’affari si e’ distinto largamente prima e durante l’esperienza in politica. Spesso l’interesse personale ha prevalso su quello comune e sul rispetto delle istituzioni. Ha avuto la possibilità di governare l’Italia per 7 anni, di cui gli ultimi 5 consecutivi e con una larghissima maggioranza, ma questo non volge a suo favore. Non credo di essere di parte affermando che solo pochissimi italiani anche di destra ricordano quegli anni in modo positivo per l’interesse generale del Paese. Non sono stati anni di liberalizzazioni o di crescita economica che sono i capisaldi di tutte le politiche della destra nel resto d'Europa. Ma piuttosto di crescita della spesa pubblica e azzeramento dell’avanzo primario, cosa che ha fatto schizzare di nuovo il debito pubblico dopo il freno imposto dal precedente governo di centro-sinistra. E ricordo che l’11 settembre ha condizionato anche l’economia di Francia, Spagna e Germania che in quella stessa legislatura sono cresciute più del doppio dell’Italia. Piuttosto si ricordano le leggi ad personam, salva-previti e cirami su tutte. La guerra in Iraq e il servilismo verso Bush. E la delegittimazione delle istituzioni, magistratura e Presidenza delle Repubblica. Per non parlare delle corna fatte durante un summit tra capi di Stato, l’offesa kapo’ fatta ad un euro parlamentare tedesco, processi prescritti, depenalizzazione del falso in bilancio e i molti condoni che giustificano e avvallano l’evasione fiscale. Ciliegina sulla torta la “porcata” della legge elettorale, fatta a colpi di maggioranza e con il solo fine di non far vincere pienamente l’avversario. Fregandosene se l’ingovernabilità poi ha ripercussioni soprattutto sui cittadini.
Conclusioni:
Dall’estero la differenza tra le due offerte elettorali appare cosi’ evidente. La visione futura per il bene comune del Paese, incarnata anche dal modo di essere e dalle personalità dei due leader, e’ dicotomica. Allo stato dei fatti Veltroni appare credibile ed ispira fiducia. Mi chiedo se e’ colpa di prestigiosi giornali non proprio comunisti come l’Economist, il Financial Times e il Wall Street Journal, che descrivono il possibile ritorno del principale avverso con un misto di inquietudine e sarcasmo, se non vengo capito dagli amici scozzesi quando discutiamo della possibilita' che il 40% dei miei concittadini voti per la quinta volta un personaggio cosi’ chiacchierato.
Agli elettori di centro-sinistra vorrei dire che la vittoria anche alla Camera e' a portata di mano. Li abbiamo presi e negli ultimi giorni possiamo sorpassarli.
Agli elettori simpatizzanti ma ancora scettici vorrei dire che se il Partito Democratico ha prodotto un processo innovativo della classe politica molto c’e’ ancora da fare. Per non frenare questa spinta unica, rara e per questo rischiosa e’ necessario che la proposta elettorale venga capita e premiata da una netta affermazione.
Agli elettori che in passato hanno mal digerito Berlusconi, votandolo pur di non scegliere il centro-sinistra, vorrei dire che finalmente il PD incarna una forza riformista, credibile e di governo. Guidata da un leader tra i più capaci nella storia politica italiana, Walter Veltroni.

lunedì 7 aprile 2008

Evento

Domani sera alle ore 20 presso l'Università di Edimburgo si terrà una video-conferenza con la Candidata alla Camera dei Deputati Beatrice Biagini. Per chi fosse interessato l'appuntamento è alle ore 19:30 in George Square 19.

Per maggiori informazioni non esitate a contattarci al nostro indirizzo di posta elettronica:

sabato 29 marzo 2008

MI FIDO DI BEA

Una candidata che insieme a Simona Milio occorre assolutamente sostenere è Beatrice Biagini, 33 anni, residente a Parigi. Un’altra giovane donna laica e dinamica, espressione della nuova generazione di italiani all’estero.

Europeista convinta, nell’ ”abstract” della sua lettera aperta a Walter Veltroni scrive:

Gli Italiani in Europa rivendicano una loro specificità. Non sono semplicemente “italiani all’estero”, ma costruttori della casa europea. Vivono con l’unificazione europea quello che centocinquant’anni fa è stato vissuto con l’unità d’Italia. Non vogliono vivere l’identità nazionale come una gabbia. Non hanno paura del melting pot. Ricercano risposte adeguate rispetto a temi concreti come la mobilità e la ricerca, temi che ampliano le possibilità dello spazio europeo. Vedono la modernizzazione dell’Italia come un contributo alla modernizzazione dell’Europa.

I punti del suo programma spaziano dal “rendere sostenibile la mobilità”, “premio al merito”, “maggiore attenzione agli anziani”, “bloccare la fuga dei cervelli” e favorire i “cervelli rosa”, “maggiore efficienza della pubblica amministrazione”, “diritti per le coppie di fatto”.

Vi invito a visitare il sito di Beatrice: http://www.beatricebiagini.net/ in cui potete trovare maggiori informazioni su chi è, maggiori e assolutamente interessanti dettagli su quelle che sono le sue idee e il suo programma, il suo diario della campagna elettorale, articoli e partecipazioni televisive che la riguardano.

Dunque alle elezioni del 13 e 14 aprile (entro le ore 16 del 10 aprile per noi italiani residenti all’estero) mettete una croce sul simbolo del Partito Democratico e sulla scheda relativa alla Camera dei Deputati scrivete negli appositi spazi:

MILIO
BIAGINI

venerdì 28 marzo 2008

ERRORE NELLE ISTRUZIONI DI VOTO

Cari amici,

vogliamo segnalare un errore nelle istruzioni di voto allegate alla scheda elettorale inviata dal consolato di Edimburgo. La scheda elettorale e' corretta e valida. Il foglio informativo con le istruzioni di voto, invece, si riferisce esclusivamente ai militari in missione all'estero e non ai cittadini italiani iscritti all'AIRE. Il documento infatti indica di usare una matita copiativa per esprimere il voto. Questo é errato. Il voto deve essere espresso esclusivamente con una penna blu o nera. Viene inoltre indicato di non scrivere alcuna preferenza accanto al simbolo del partito. Anche questo é errato. Per l'estero e' possibile esprimere fino a due preferenze (nome e cognome di 2 candidati). Per concludere confermiamo che le istruzioni corrette sono quelle ricevute precedentemente insieme alla richiesta di conferma dei dati anagrafici. Vi preghiamo di far circolare questo messaggio a chiunque pensate possa aver ricevuto le istruzioni sbagliate.

Grazie,

PD Scozia

mercoledì 26 marzo 2008

IL COMPROMESSO STORICO: LA NASCITA DEL PD


Il neonato Partito Democratico (PD) è ancora largamente sconosciuto all’estero. Questo articolo intende informare gli italiani in Scozia, descrivendo che cos’è il PD e quali sono le sue origini.
La creazione del PD è un evento storico di collaborazione politica per il bene dell’Italia. Si fonda sui principi della democrazia e della laicità dello stato. Si ispira alla Costituzione della Repubblica nata dalla resistenza antifascista. Si batte per l’universalità dei diritti umani, per le pari opportunità e per una società aperta a favore dell’emancipazione sociale. Promuove l’accesso universale al sapere e lo sviluppo sostenibile. E’ per il rispetto e la promozione dell’equità sociale e la riforma del welfare. Si impegna anche a costruire un’Europa unita, ma un’Europa che trae la sua identità dalle diversità. Vuole un’Italia moderna e meno frammentata, con il rilancio dello sviluppo del Mezzogiorno e delle infrastrutture.

Personalmente, mi piace pensare che il PD sia l’attuazione di un pensiero moderno ideato da due uomini che furono di estrema importanza per il nostro paese. Il compromesso storico, in cui Aldo Moro ed Enrico Berlinguer avevano creduto, avviene 30 anni dopo con il PD.
Negli anni ‘70, Aldo Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana (DC), vedeva in Enrico Berlinguer, allora segretario del Partito Comunista Italiano (PCI), una leader rispettabile con il quale aprire il dialogo. Berlinguer, da parte sua, vedeva l’apertura di Moro come un’opportunità per il PCI di poter finalmente arrivare al governo. Purtroppo le negoziazioni per creare un governo capeggiato da Giulio Andreotti, esponente della DC, ma a cui il PCI avrebbe fornito appoggio esterno, fallirono nel 1978. Troppi personaggi sgraditi al PCI entrarono a fa parte del governo Andreotti e Berlinguer fu costretto a ritirare l’appoggio del suo partito. In seguito la situazione precipitò con il rapimento ed uccisione di Moro da parte delle Brigate Rosse. In risposta a questo fatto, Berlinguer capì che l’appoggio al governo era divenuto necessario per il bene dell’Italia e il PCI ne votò la fiducia. Questo atto fu pressoché ignorato da Andreotti. Berlinguer e Moro non furono capiti da molti dei loro contemporanei e durante i decenni successivi il loro progetto del compromesso storico non poté continuare.

Gran parte degli esponenti del PCI confluì nel Partito Democratico della Sinistra (PDS) nel 1991 e nel 1994 la DC si sciolse formando il Partito Popolare Italiano (PPI).
Successivamente i due partiti formarono due nuove conglomerazioni. I Democratici di Sinistra (DS) nacquero nel 1998 dalla conglomerazione del PDS ed altri partiti minori di estrazione socialista, ambientalista, repubblicana e cristiano-sociale. La Margherita si formò dalla conglomerazione del PPI con partiti di matrice liberale e democratica.

Solo alla fine del 2007 nasce il PD, di cui le due maggiori correnti iniziatrici sono i DS e la Margherita. Questa è, per me, l’eredità di Enrico Berlinguer ed Aldo Moro. Si dice spesso che la politica di oggi serve a cambiare il domani. Credo che anche se l’Italia abbia dovuto aspettare 30 anni per il cambiamento, possiamo dire oggi che ce l’abbiamo fatta! Qualsiasi sarà l’esito di queste elezioni, con il progetto del PD «ancora una volta scriveremo una pagina di storia di questo paese» (Fassino).

Marzia Ballardin

lunedì 17 marzo 2008

nessun interesse deve comprare il nostro silenzio

L’ennesima conferma del fatto che la Cina non e’ un paese civile. La repressione del Tibet segue quella in Birmania del settembre scorso. Dove la giunta militare locale e’ appoggiata dal governo cinese. Da 50 anni il popolo tibetano e’ martoriato. Valori antichissimi; valori religiosi, morali e culturali propri di quella tradizione sono stati estirpati con la violenza dal regime cinese.
Mi chiedo se una paese come la Cina, che sta ottenendo enormi benefici economici dalla globalizzazione, non debba rispettare i diritti civili riconosciuti in occidente. Un paese che sta per ospitare i giochi olimpici simbolo di fratellanza e tolleranza dovrebbe essere costretto a rispettare i diritti umani.
Ma tutto questo non avviene. Il caso Tibet ne e’ solo l’esempio più recente e visibile. Non e’ un mistero che in Cina chiunque sia contrario ai valori e alle direttive del partito comunista venga internato se non torturato. La parola libertà e’ vietata e professarla significa rischiare il carcere.
I cosiddetti paladini della democrazia, USA ed Europa in testa, da troppi anni sono rimasti praticamente a guardare. Finora gli otto potenti si sono giustificati di fronte all’opinione pubblica asserendo che la sola apertura al mercato mondiale del gigante asiatico ne avrebbe garantito la democratizzazione istituzionale e sociale. Quanta ipocrisia. Non credo di essere di parte se scrivo che poco o niente e’ migliorato dal 1989, piazza Tiananmen. In piena campagna elettorale i principali leader politici italiani dovrebbero stigmatizzare nettamente questi eventi, schierarsi e applicare politiche dissuasive. Nessun interesse particolare politico ed economico può giustificare l’effettiva impotenza con cui ancora assistiamo alla carneficina di Persone inermi.

lunedì 10 marzo 2008

Per chi volesse maggiori informazioni, vorrei segnalarvi che Simona Milio ha ora un blog al seguente indirizzo:

http://simonamilio.wordpress.com/

Eleonora

domenica 9 marzo 2008


Sosteniamo la candidata Simona Milio alla Camera dei Deputati


Quella di Simona Milio, Research Fellow presso la London School of Economics dove, nel Dipartimento di European Policy Economy, è esperta di fondi strutturali Europei, non è la “classica storia italiana”, ma l’ennesima testimonianza di quel malcostume insito nelle nostre università, che molto spesso costringe tanti giovani “talentuosi” a recarsi all’estero per poter esprimere quelle potenzialità che in patria non vengono riconosciute.


Nel suo blog Piero Fassino, dopo aver partecipato all’incontro organizzato dal circolo PD Londra, scrive di lei:

Trentacinque anni, siciliana, sveglia e volitiva. A 24 anni si laurea con il pieno dei voti in economia. Per un po’ cerca uno sbocco professionale nella sua terra. Trova solo porte chiuse. Allora prende la sua valigia e va a Londra. Dopo una specializzazione entra come docente nella prestigiosa London School of Economics, dove da otto anni insegna Politiche dello Stato Sociale, apprezzata e stimata da tutti. E lei appagata e gratificata e probabilmente lo sarebbe di più se potesse essere utile al suo paese.


Faccio un appello ai tanti ricercatori, e dottorandi che, come Simona Milio, sono stati costretti a lasciare nostro paese per poter proseguire il proprio percorso nel mondo della ricerca. Facciamo qualcosa per la nostra Italia, anche da lontano.
Sosteniamo il Partito Democratico che ci sta proponendo un rinnovamento sociale, politico, economico, etico…valorizzando al tempo stesso anche le preziose risorse costituite dagli italiani residenti all’estero.
E votiamo Simona Milio, candidata del Regno Unito alla Camera dei Deputati che ben rappresenta questa forza positiva.

Eleonora Bellini
Marie Curie Early Stage Researcher
Department of Physics and Astronomy
University of Glasgow

venerdì 7 marzo 2008

Benvenuti sul blog


Ciao a tutti!

Mi chiamo Marzia e vivo a Edimburgo dal 2005.
Il mio messaggio di apertura é diretto soprattutto ai giovani. Il futuro del nostro paese dipende soprattutto da noi. Io credo fermamente nella partecipazione e quindi vi invito a impegnarvi esprimendo il vostro voto e contribuendo al nostro gruppo.
Spesso sento dire che votare é inutile poiché l’intera classe politica é motivata da un solo scopo: il potere. E’ proprio per questo che si é dato vita al Partito Democratico. Il PD vuole dare un nuovo volto alla politica. Non ha come meta il potere, ma il benessere dell’Italia. Intende farsí che i politici si occupino di rappresentare i propri cittardini nel modo migliore. Mira ad avere un paese contemporaneo, che guarda al futuro. Promuove le idee di una nuova generazione, che ha bisogno di potersi fidare dei propri rappresentanti e che potrá essere orgogliosa del proprio governo. E’ un progetto in cui le persone contribuiscono efficacemente, come sta avvenendo online e come si é dimostrato con l’altissima affluenza delle elezioni primarie.
Vi invito quindi a dire la vostra su questo blog, a contattarci ed infine a sostenere questo nuovo Partito Democratico. Se ancora non siete convinti, spero di farvi tornare la fiducia con le parole di una grande canzone italiana:

La storia

(F. De Gregori)

La storia siamo noi, nessuno si sente offeso;
siamo noi questo prato di foglie sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si sente escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono: "Tutti sono uguali,tutti rubano alla stessa maniera"
ma è solo un modo per convincertia restare chiuso dentro casa quando viene la sera;
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone
la storia entra dentro le stanze, le brucia, la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi
siamo noi che scriviamo le lettere
siamo noi che abbiamo tutto da vincere o tutto da perdere.
E poi la gente (perché è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare:
quelli che hanno letto un milione di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare;
ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli, siamo noi, bella ciao, che partiamo
la storia non ha nascondigli, la storia non passa la mano,
la storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.

mercoledì 5 marzo 2008

nasce il PD in Scozia

Apriamo la sede estera del Partito Democratico in Scozia.
Siamo chiamati a sostenere la candidatura di Walter Veltroni alla Presidenza del Consiglio nelle prossime elezioni politiche di aprile. Per rispondere alle attese di quei cittadini italiani residenti all’estero che vogliono soluzioni razionali, serie ed innovatrici. Un partito che deve essere radicato nella società ed insieme aperto a tutti i cittadini. Per una politica nuova e giovane.
Espressione di quella parte della società civile appassionata alla politica, ma che non si riconosce necessariamente in una militanza partitica, la nuova sede intende raccogliere l'impegno di coloro i quali desiderano contribuire anche dall’estero a dotare l'Italia di una grande forza innovativa e laica. Aperta alle sfide dell'economia mondiale e attenta ai diritti sociali di ognuno, per offrirle un governo moderno e finalmente stabile.
Se sei interessato a partecipare a questa nuova iniziativa politica, sociale e di impegno civile. Se sei interessato a confrontare le tue idee per migliorarti. Se sei interessato a rinnovare la politica italiana condividendo quanto di buono stai acquisendo dalla cultura anglosassone partecipa al Partito Democratico e alla campagna elettorale per Veltroni Presidente.

Moreno Vardanega